CALAMARATA: UN TIPO DI PASTA, MA ANCHE UNA RICETTA
Amalfi: patrimonio dell’umanità!
Amalfi: un suggestivo borgo di case bianche disseminate su terrazzamenti di un pendio e legate tra loro da un dedalo di vicoli e scale vista mare, che lo rendono ancora più pittoresco.
Anticamente Amalfi era una delle quattro Repubbliche Marinare che intratteneva rilevanti rapporti commerciali con l’Oriente e la Sicilia.
Proprio in questo porto venne importata la tecnica per essiccare la pasta.
Calamarata: un tipo di pasta e una ricetta • Lungo la costiera e oltre
Fu così che, nel giro di pochi anni, produrre ed essiccare pasta interessò dapprima la costiera Amalfitana per arrivare, in seguito, sino a Minori, che divenne il fulcro di produzione nel Regno delle Due Sicilie.
Questa produzione era avvantaggiata dal fatto che la valle di Minori era attraversata da un fiume, lungo il quale erano stati costruiti vari mulini.
Pian piano, da questo momento, si cominciò a realizzare questo alimento fino a Napoli e Salerno.
Da un formato all’altro
Fu così che cambiò il soprannome, con cui venivano identificati i Napoletani, da “mangiafoglie”, poiché per la troppa povertà si nutrivano principalmente di cavoli, a ”mangia maccheroni”.
Nell’Italia meridionale infatti, benchè i formati siano svariati, si ha ancora la tendenza a generalizzare, chiamandoli tutti maccheroni.
Perchè calamarata?
Nell’evoluzione dei formati si arrivò anche alla calamarata: una via di mezzo tra paccheri sezionati e mezze maniche. Il nome deriva dal fatto che si tratta di anelli quasi identici a quelli che si ricavano dai calamari, ma anche dalla ricetta più famosa che li vede “sposati” nello stesso piatto, dove diventano indistinguibili gli uni dagli altri.
Calamarata: un tipo di pasta e una ricetta • Un formato, una ricetta
Come sempre i piatti tradizionali regionali sono il fulcro delle riunioni di famiglia negli eventi importanti, che siano da calendario o della famiglia stessa.
Ecco allora che, in Campania, questa pasta dal caratteristico formato troneggia sulle tavole a Natale, Capodanno e Pasqua.
Le ricette dei condimenti sono svariate e quasi tutte a base di pesce: dai crostacei ai molluschi, dalla coda di rospo al pesce spada, ma anche alla gallinella di mare o al baccalà.
Quando si vuole variare o a qualche commensale il pesce non piace, la calamarata è comunque fantastica se abbinata a condimenti a base di carciofi, provola e melanzane, zucchine e ricotta.
Tutti ingredienti genuini che creano un connubio perfetto con questa pasta che Masilicò produce con estrema cura.
Ma Nola insegna…
A Nola, cittadina che diede i natali al grande filosofo Giordano Bruno e che da sempre riveste importanza culturale e commerciale, tanto da essere riconosciuta patrimonio immateriale dell’Unesco per la meravigliosa festa dei gigli di giugno, risiedono le origini della calamarata classica.
Ingredienti
- 500 g calamarata Masilicò
- 700 g di calamari
- 400 g di pomodori pelati o pomodorini in acqua Masilicò
- QB: prezzemolo tritato, cipolla, aglio, sale, pepe, ma anche peperoncino in polvere Masilicò
- Olio Evo, sempre Masilicò
Procedimento
I calamari devono essere prima ben puliti e lavati in acqua corrente, quindi asciugati.
Dopodichè dovranno essere tagliati ad anelli di circa 2 cm.
A questo punto in una pentola (sarebbe perfetta di terracotta) soffriggere dolcemente aglio e cipolla tritati nell’olio, aggiungervi i pomodori ed il sale, cuocendo il tutto per circa un quarto d’ora.
Questo è il momento di aggiungere i calamari, il pepe o il peperoncino, il tutto dovrà cuocere sino a che il sugo non sarà addensato.
Dopo aver cotto la pasta al dente, condirla con parte del condimento, impiattarla e aggiungere altro sugo ed il prezzemolo tritato.
Questo piatto gustoso e stuzzicante porterà ancora più allegria su una tavola di festosi parenti o amici.
Curiosità
Il 25 ottobre di ogni anno si festeggia la “giornata della pasta“.
In Italia, si sa, questo è il piatto per eccellenza, uno dei simboli che richiama l’attenzione da tutto il mondo.
Un piatto che, ben inserito nella dieta mediterranea, porta in tavola allegria e buonumore!
Sarebbe buona norma scaldare la zuppiera in cui viene riposta prima di portarla in tavola e fa sempre molto piacere affiancare una salsiera con del condimento in più da aggiungere, anche perchè, laddove finisse la pasta…la “scarpetta” piace a tutti!