Contadini del Cilento
Contadino – L’etimologia affonda le radici nel concetto di contado, dal provenzale comtat e dal latino comitatus, che nel medioevo prese il significato di ‘feudo di un conte’.
Questo sostantivo nasce in contrapposizione a cittadino(abitante della città) essendo abitante del contado.
Il termine è sovrapponibile a quello di “agricoltore” che a sua volta deriva da “ager agri” e cioè coltivatore dei campi.
L’agricoltore è, secondo le fonti storiche e i dati archeologici, uno dei primi mestieri ad essere nato e comunque una delle principali attività che hanno condotto e hanno seguito la cosiddetta rivoluzione neolitica, che da circa diecimila anni in varie parti del mondo abitato consiste nell’appropriarsi del ciclo vitale di vegetali (e di animali) al fine di trarne vari vantaggi, a cominciare dall’alimentazione.
Grazie a questa attività l’uomo è potuto diventare stanziale per poter coltivare cibo per sé e la famiglia prima e ai fini di un ritorno economico poi.
Ecco che così in base alla tipologia dell’erba, all’altitudine, al clima piano piano impareranno cosa coltivare per avere cibo.
Impararono, per esempio, che in un determinato terreno si poteva seminare il grano a novembre, anticipando rispetto al mese di dicembre, perché in quella zona, a quella altitudine, se seminato a novembre il grano rendeva di più.
Si resero conto che per fare un ottimo prodotto bisogna capire la terra, sapere quando arare, quando seminare, quando mietere il grano e gli altri cereali, e come macinare.
Il Cilento, per esempio, era la culla dei cereali. Nel 1965-1970 arrivò dall’America una varietà di grano chiamata Abbondanza e i contadini Cilentani tolsero tutti i cereali locali perché il grano Abbondanza, come dice la parola, produceva di più.
Il Parco Nazionale del Cilento e di Vallo di Diano comprende una delle terre più fertile dell’Italia meridionale:la Piana del Sele.
Questa straordinaria fertilità è frutto di numerosi interventi di bonifica nel passato in modo che, nel tempo potuta diventare terreno fertile e rigoglioso sia per l’agricoltura che per l’allevamento.
Ad oggi la Piana del Sele è una realtà prolifica, ricca di campi coltivabili lavorati tramite le migliori tecniche di agricoltura. In particolare, queste tecniche rispettano i metodi classici di coltivazione ma che abbinano la tecnologia alla tradizione, così da poter garantire prodotti unici nel pieno rispetto della natura.
Il Cilento: culla della Dieta Mediterranea e terra ricca di tradizione agricola ed artigianale
Le attività agricole che si svolgono ancora con metodologie tradizionali e non intensive danno vita a prodotti di genuina qualità che stanno alla base della famosa “dieta mediterranea”.
I contadini Cilentani sono artefici del mantenimento, nel corso dei decenni, di alcuni prodotti che sono una eccellenza di questo territorio: le olive da cui estrarre un olio extra vergine dal gusto vellutato e al tempo stesso pieno, i fichi bianchi caratteristici di questi territori, il cece nero di Cicerale, i pomodori sia rossi che gialli di Capaccio e Rofrano, le cipolle ramate, i carciofi, le melanzane e tanto altro ancora.
Tutti questi prodotti fanno parte dei presidi slow food del Cilento e Vallo di Diano e sono alla base della dieta mediterranea che proprio in questi luoghi ha visto la luce ed è diventata, nel tempo, uno stile di vita conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
I contadini vivevano sulla base dello scandire del tempo, delle stagioni e dei raccolti tramandando abitudini e proverbi alle nuove, attuali generazioni che hanno imparato dai nonni, a mantenere questa terra produttiva, mantenendo vive le tradizioni gastronomiche .
“Iennaro sicco, massaro ricco”
“Gennaio secco, massaio ricco”