IL CECE NERO
Tra il monte San Leo ed il monte Cicerale, in una valle bagnata dal fiume Alento, ecco una doppia fila di case che costeggia una strada: questo è il paese di Cicerale come si presenta agli occhi di chi sta scoprendo le bellezze naturali del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Immerso nella macchia mediterranea, in una posizione strategica per controllare la piana di Paestum e quella di Velia, Cicerale vede le sue origini intorno all’epoca medievale.
“Terra quae cicera alit” e cioè “terra che nutre i ceci”. Nel suo nome è racchiuso ciò a cui, da sempre, sono principalmente dediti gli agricoltori della zona: i Ceci.
Questo legume lo si trova anche rappresentato nello stemma del comune, proprio perché in questo territorio questa coltivazione ha radici molto antiche.
IL CECE NERO • Contadini al lavoro
Da febbraio in avanti gli agricoltori di questa zona del Cilento lavorano profondamente il terreno in vista della semina (i ceci germogliano in terreni poveri e anche fino a 2000 metri di altezza).
Il Cece si accontenta dell’acqua piovana per crescere e di una periodica pulizia dalle erbacce. Dopo un periodo che varia dai 4 ai 6 mesi dalla semina, il raccolto è pronto.
I baccelli seccano, la pianta sfiorisce: questo è il momento per raccogliere questi piccoli tondeggianti semi neri.
Bistecchina? No, ceci!
Questi legumi, sin dal passato, hanno sempre egregiamente sostituito la carne, spesso troppo costosa.
Sono molto ricchi di vitamine K, B, C, E, ma anche di ferro e fibre e per questo motivo danno senso di sazietà. I ceci sono un ottimo connubio che dà vita ad un prodotto economico e ideale, appunto, per sostituire la carne in tutti quei regimi alimentari legati a particolari patologie, ma anche a scelte ideologiche di vita .
Hanno la capacità di aiutare il controllo del glucosio nel sangue e le funzioni intestinali.
Il cece nero contiene anche molti sali minerali quali magnesio, potassio e fosforo.
Molto valorizzato (come accennato prima) nelle alimentazioni su base vegetariana e vegana, è particolarmente indicato anche in gravidanza.
Infine, essendo molto energetico, trova largo uso nel dare beneficio, per esempio, anche a chi soffre di stanchezza cronica e sindrome da affaticamento.
IL CECE NERO • Pelle dura, cuore morbido
I ceci neri hanno una pelle dura e rugosa, ma quando li si mangia non si può non notare il loro particolare interno morbido e aromatico.
Per questi motivi, sono molto adatti alla preparazione di zuppe, minestre, creme e salse, spaziando così dal dolce al salato.
Per cucinarli è indispensabile, come suggerisce Masilicò, che vengano messi in ammollo una notte intera per fare in modo che si ammorbidiscano, ma anche perché in questa fase si liberano dell’acido fitico (praticamente fosforo).
Ciò perché questa sostanza, in cottura, ostacolerebbe l’assorbimento dei sali minerali e ne ridurrebbe i nutrienti.
IL CECE NERO • In cucina
I ceci neri hanno un gusto così particolare ed aromatico da non necessitare, in cottura, di aggiunta di spezie e sapori.
Sono perfetti se, dopo le loro ore di ammollo, vengono lessati in abbondante acqua, spicchi di aglio e poco olio.
Una volta cotti, trovano spazio nelle minestre pugliesi coi funghi cardoncelli, servite con pane di Altamura;
Ottimi se miscelati a rucola e gamberetti nelle calde giornate estive, per rinfrescare il palato ed affascinare gli occhi grazie agli accostamenti dei colori di questi ingredienti;
Graditissimi, abbinati a cavoli neri, per realizzare un gustoso e campagnolo condimento per la pasta (perfetto per il formato “calamarata” Masilicò);
Un sapore, quello di questi ceci, che si lega molto bene con quello delle cozze e delle vongole, ma anche col polpo;
Un Hummus molto più aromatico si può realizzare con aglio, semi di sesamo, paprika, olio extravergine di oliva Masilicò, da gustare con crostini di pane rustico anche caldo;
A Cicerale, con olio, aglio, aceto balsamico, rosmarino e pepe, si realizza una gustosa minestra tipica, ottima per scaldare il corpo e lo spirito nelle fredde serate invernali.
IL CECE NERO • La leggenda
Nei Paesi Baschi esiste la convinzione che i ceci aiutino a sfuggire al demonio.
Quando si è inseguiti da satana, infatti, se si scaraventa a terra una manciata di ceci abilmente custoditi in tasca, lo stesso sarà costretto a fermarsi per contarli, dando così al fuggitivo il tempo di sparire.
Tradizioni
Verso la fine del mese di agosto, a Cicerale, si svolge una “tre giorni” dedicata interamente a questi legumi.
Tradizioni, folklore, arte, si intersecano tra le vie e le case del paese accompagnati da buona musica, balli e tanti manicaretti che vedono protagonista il cece perfino nel gelato!