Il peperoncino: un nome delicato, un diminutivo, quasi una coccola ma… che esplosione di forza, gusto e piccantezza!
Lo si può paragonare a quelle scatole decorate che invitano ad essere aperte e poi… oplà, ne esce un pupazzo a molla che un po’ diverte e un po’ spaventa.
La similitudine calza a pennello se si pensa che questo nome pare derivare (tra le tante supposizioni) dal latino “capsicum”, che a sua volta deriva da “capsa” e cioè scatola.
In realtà in Italia il nome “peperoncino” gli fu attribuito agli inizi del ‘900 per distinguerlo dal peperone.
Cristoforo Colombo
Navigando dal Centro e Sud America su una delle caravelle di Cristoforo Colombo con il nome di chili, il peperoncino sbarcò in Europa alla fine del XV secolo.
Gli Aztechi pare ne facessero un largo uso e le ricette dei loro piatti gustosi e piccanti, rimaste invariate nel tempo, divennero la base delle attuali portate messicane.
Nel periodo precolombiano, addirittura, in combinazione con tabacco e cacao, il peperoncino veniva usato per indurre allucinazioni e cadere in trance.
Ai nostri giorni queste stesse popolazioni lo bruciano durante varie celebrazioni nella convinzione che il fumo prodotto scacci gli spiriti maligni.
Come tante altre piante appena importate, anche questo ortaggio, prima di essere tale, venne utilizzato come pianta ornamentale.
Pian piano i contadini impararono ad utilizzarlo come condimento e fu chiamato ”la spezia dei poveri”; divenne in seguito anche un conservante ed un disinfettante.
Controne
Si è già parlato qui del peperoncino di Controne, proprio quello utilizzato da Masilicò per essere polverizzato e che viene racchiuso in un vasetto di vetro per fare in modo di essere catturati dal suo rosso intenso e intrigante.
Controne è un simpatico paese rurale nel cuore del Parco del Cilento e Vallo di Diano.
Gli fanno corona i monti Alburni: massiccio montuoso che appartiene all’Appennino Lucano (le famose dolomiti Lucane), che vede scorrere a valle il fiume Sele il quale, nei dintorni di Eboli, entra in quella che viene denominata Piana del Sele, una pianura di circa 500 mq lambita dal mar Tirreno.
Monti, fiume e mare danno origine ad un terreno estremamente fertile dove abili mani contadine producono ortaggi e legumi di vario genere, tra cui, appunto, il peperoncino.
Il peperoncino: una spezia ricca
I benefici di questa spezia sono molteplici.
Seminati quando l’inverno lascia spazio agli inizi della primavera, i peperoncini verranno raccolti in estate ed autunno.
Il vantaggio è che, essendo essiccati, possono essere consumati in qualsiasi stagione ed esportati in tutto il mondo.
Sono molto poveri di calorie ma ricchi di capsaicina, ottimo antiossidante per rinforzare il sistema immunitario, e vitamine, in particolare la C.
Tra le vitamine però c’è anche la A, che protegge il senso della vista e tutto il suo apparato, e la E, che aiuta a mantenere integre le cellule.
Scienza, non solo credenza
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che il peperoncino è un valido aiuto nei problemi intestinali, nelle artriti e per rendere il sangue più fluido e puro.
Questo ortaggio, però, è anche un buon antidolorifico naturale per il mal di denti e i dolori muscolari ed è utile anche in caso di ulcere e come gastroprotettore.
Dimagrire con gusto
Grazie alle sue proprietà è utile somministrare il peperoncino nelle diete poiché aiuta il dimagrimento del grasso addominale e, di conseguenza, diminuisce il colesterolo, i trigliceridi ed il glucosio nel sangue.
Anche il cuore vuole la sua parte
Dato che il peperoncino riduce la pressione sanguigna ne consegue anche che aiuti la prevenzione di ischemie e il buon funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Si parla sempre, comunque, di prevenzione in soggetti sani.
Contadini… sul balcone
Il peperoncino può essere coltivato anche in vaso sul balcone o sul davanzale, purché posizionato in una zona luminosa e posto al riparo durante l’inverno.
Piccante ma non troppo
Esistono varietà diverse di peperoncino, con quantità variabile di capsaicina e quindi diverso grado di piccantezza.
- il Capsicum Annuum o Habanero, che dà vita a frutti che da verdi diventano arancioni, rossi, marroni;
- il Cayenne, quello più diffuso che aiuta a bruciare le calorie;
- il Jalapeno, un po’ meno piccante, dalla forma più piena e carnosa, molto valido nelle ricette di piatti messicani;
- l’Amarillo, molto usato per il tipico piatto nazionale peruviano: il chevice.
Non solo rosso
Quello più affascinante da un punto di vista visivo, però, è il Violetto Fuoconero.
Una pianta che produce un frutto dalle mille sfumature e che trova la sua collocazione come pianta ornamentale nei giardini e sulle terrazze.
Il peperoncino: un pizzico di Masilicò
Quando si parla di peperoncino già si immaginano allegre tavolate notturne, dove la fanno da padrone spaghetti, aglio, olio extra vergine e peperoncino.
Ma con questa spezia si può spaziare in molti ambiti culinari: dalle insalate, alle zuppe, ai secondi di carne o pesce.
Un dolce piccante
La sua versatilità, però, ne consente l’utilizzo anche in pasticceria:
- Mousse di cioccolato e peperoncino;
- Caprese al cioccolato e peperoncino;
- Salame di cioccolato aromatizzato al peperoncino;
- Mousse di mascarpone, cioccolato e peperoncino;
- Cioccolato fondente al peperoncino e… tante altre.
Tisana… sì!
Un buon pizzico di peperoncino Masilicò aggiunto ad acqua, nella quale sono state fatte bollire alcune fette di zenzero e a cui andranno aggiunte alcune gocce di succo di limone, dà vita ad un’ottima tisana, fantastica per stimolare il metabolismo e come antinfiammatorio.
Il peperoncino: dalle curiosità al Nobel
- Per diminuirne la piccantezza è consigliato mettere a bagno il peperoncino con aceto e sale.
- Il peperoncino di Cayenna schiacciato e messo in acqua con dell’aglio e lasciato macerare per 24 ore, con una aggiunta di detersivo per i piatti, diventa un ottimo insetticida per piante malate.
- Il peperoncino è anche una pianta da Nobel: nel 1937 un medico ungherese ricevette il premio Nobel fisiologia e medicina per averne isolato la vitamina C.
Curiosità nella curiosità: questo medico non avendo gradito i peperoncini che la moglie gli aveva cucinato, se li portò in laboratorio e, dopo ore di studio, si rese conto della grande scoperta!
Motivo in più per definire quello di Masilicò un peperoncino da… Nobel!