La cicoria selvatica • La “bruttona”
Un radicchio selvatico dall’aspetto veramente poco bello: questo il motivo del soprannome “bruttona” dato alla cicoria.
Tanto brutta quanto apprezzata sin dall’antichità per tutte le sue proprietà terapeutiche ed anche sostituta del caffè quando, ai tempi di Napoleone, le navi inglesi che lo trasportavano erano state bloccate.
Una pianta talmente datata nel tempo da essere menzionata da Plinio il Vecchio nei suoi scritti risalenti al 1550 a.C..
Già da allora se ne apprezzavano i benefici nelle patologie epatiche.
Quando la cicoria fiorisce, lo fa con fiori azzurri che si aprono al mattino per poi richiudersi la sera. Cresce ovunque: in campi coltivati, ai margini dei sentieri, tra le macerie, sia in pianura che in collina, ma anche in montagna fino ai 1200 metri di altitudine.
La cicoria selvatica • Cilento e Masilicò
Anche nelle campagne Cilentane è presente la cicoria selvatica, che, nonostante il suo sapore molto amaro, trova spazio in molte ricette di origine contadina.
Partendo dall’utilizzo simile a quello del caffè, ma più rilassante non essendo nervino, per arrivare a tisane ed infusi disintossicanti e stimolanti della cistifellea, aiutando al contempo la digestione poiché stimola la produzione di succhi gastrici.
Con Masilicò, le tradizioni del territorio vengono sempre valorizzate e anche cibi naturalmente semplici e poveri trovano spazio e vengono valorizzati.
Ecco dunque che una semplice erba di campo conservata in olio EVO, con aceto, aglio e peperoncino, si trasforma in un ingrediente gustoso e sempre pronto all’uso!
quindi…
Con questo prodotto già lavorato, aggiungendo dei capperi, si ottiene un contorno perfetto per uova, pesce, formaggi, carne, ma anche una gustosa farcitura per torte salate, pizze e bruschette.
La trovi qui –> https://www.masilico.com/cicoria-selvatica-olio-evo/
Come non gustarla anche in zuppe e minestre o, come in Puglia, abbinata alle fave in purea, aromatizzate con alloro?;
buona con piccoli sformati di semolino e cavolfiore viola;
con coniglio brasato e orzo perlato;
realizzando sformati con purea di ceci;
un originale riso e latte con patate;
utilizzata nella marinatura di branzini o pesci similari con yogurt, aneto e limone.
Insomma: estrema versatilità!
E nella leggenda?
Anche la cicoria si ritrova protagonista di una leggenda che vede le origini in Romania, dove si narra che il sole, innamoratissimo di donna Floridor, un giorno le fece la proposta di matrimonio.
La ragazza, però, non ne volle sapere e questo irritò molto il sole il quale, per vendicarsi, la trasformò nell’indaco fiore di cicoria.
Questo fiore ha la particolarità di guardare il sole dal mattino quando si apre alla sera quando si richiude.
Così il sole si vendicò sulla ragazza condannandola a guardarlo sempre e per sempre.
Questa caratteristica, e non più solo leggenda, del fiore di cicoria le fece meritare in botanica il nome di “sponsa solis”, ovvero “sposa del sole”.
Va da sé che nel linguaggio dei fiori se si vogliono far conoscere le caratteristiche ed intenzioni alla persona amata, è utile portare della cicoria come accessorio.
La cicoria selvatica • Medicina, credenze, magia
Oltre che come depurativa, lassativa e tonificante, la cicoria era utilizzata anche per le forme di anemia, per combattere il diabete, l’itterizia e la mancanza di appetito.
Se ne realizza anche uno sciroppo che ammorbidisce e lenisce la cute irritata.
Anticamente, le venivano attribuiti poteri magici: si credeva che se usata con regolarità, conferisse forza al sistema nervoso nell’affrontare gravi problemi della vita.
Era ritenuta un portafortuna e di buon auspicio.
Si credeva anche desse il potere di essere invisibili (come la mandragora), raccogliendola a mezzanotte con un coltello dalla lama in oro ed il sole nella costellazione del leone. Dopodichè era necessario morderne e masticarne a lungo le foglie, il tutto in uno spettrale silenzio.
Gli steli, andavano poi conservati al buio, mettendoli in un contenitore di legno con basilico, belladonna, radicchio, stramonio e dovevano essere posti a macerare per un mese.
Dopo aver filtrato e bevuto tre mestoli all’alba, da quel momento e per tutto il giorno si diventava invisibili…
se fosse vero, sarebbe allettante per molti anche oggi!
Nell’attualità se ne apprezza il fatto che contenga zinco, potassio, ferro, sodio, magnesio, calcio, vitamine C – E – B1 – K e acido folico.
Grazie a tutto ciò, riduce i radicali liberi, rafforza il sistema immunitario e contrasta il colesterolo.
La cicoria selvatica • Varietà
Questa pianta erbacea presenta alcune varianti. Le più conosciute, oltre a quella selvatica, sono:
cicoria rossa di Treviso, con foglie di color rosso-bordeaux e coste bianche e croccanti;
catalogna o cicoria asparago, con foglie di un bel verde brillante cui appartengono le “puntarelle di Galatina”;
cicoria pan di zucchero, con un cespo di colore bianco e striature bianche nelle foglie.
Sembra strano che da un’erba soprannominata “bruttona” se ne possa ricavare un prodotto di bellezza, ma è proprio così.
Con 50 g di foglie secche e 1 L di acqua bollente, viene realizzato un infuso. Bevendone tre tazze al giorno, per dieci giorni, ne trarrà un ottimo beneficio il colorito della pelle.